Progetti Apot
Biodiversity Alliance
Biodiversità e agricoltura sono strettamente interconnesse. Mentre l’agricoltura può contribuire alla conservazione e all’utilizzo sostenibile della biodiversità, la biodiversità è il fondamento dei servizi ecosistemici essenziali al sostegno dell’agricoltura e del benessere degli esseri umani. Questo include diverse categorie di organismi che contribuiscono, a vari livelli, alla regolazione di malattie e parassiti, all’impollinazione, al mantenimento del ciclo dell’acqua e dei nutrienti e della fertilità del suolo, al controllo dell’erosione, alla regolazione del clima, al sequestro del carbonio. L’agricoltura sostenibile promuove la biodiversità ed è dalla biodiversità stessa migliorata.
Il riconoscimento di questo valore come fondamento di un’agricoltura realmente sostenibile ha spinto Apot alla ricerca di una metodologia per la valutazione dello stato della biodiversità all’interno del sistema agricolo trentino, in particolar modo del territorio dedicato alla produzione di mele. È stato quindi intrapreso il percorso di certificazione Biodiversity Alliance insieme all’ente di controllo CCPB, che prevede una approfondita analisi di due risorse fondamentali come il suolo e l’acqua, per proseguire con la valutazione di altri importanti fattori come il disciplinare di produzione utilizzato, la presenza e la gestione di aree verdi come infrastrutture ecologiche e l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili.
In particolare, Apot ha organizzato con CCPB un progetto di monitoraggio della qualità biologica dei suoli, con l’utilizzo dell’indice QBS-ar. Visualizza il certificato CCPB
Accordo Acque
L’agricoltura trentina si è da sempre contraddistinta per la sua attenzione nei confronti dell’ambiente in ogni suo aspetto. Questa impegno risulta imprescindibile dalla tutela delle risorse idriche del territorio il cui valore, in conseguenza ad un continuo aumento nel loro utilizzo, è destinato ad accrescersi. L’ambiente acquatico è un comparto ambientale particolarmente sensibile alle pressioni antropiche tra le quali l’attività agricola, per questo si rende necessaria una premura particolare per evitare il deterioramento delle acque superficiali e sotterranee.
Le normative europee in quest’ambito hanno determinato un approccio nella gestione delle acque che comprende obiettivi di qualità sia chimici che ecologici al fine di garantire il buono stato delle risorse idriche e degli ambienti acquatici. Nel contesto della Decisione n.1386/2013/UE del 20 novembre 2013 “Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta”, la Provincia Autonoma di Trento ha adottato il Piano di Tutela delle acque con l’obiettivo di approfondire la conoscenza sulla qualità dei corsi d’acqua del territorio, di stabilire le azioni necessarie ad un suo miglioramento e delle linee guida per un utilizzo sostenibile di questa risorsa.
In questo contesto APOT prende parte all’ Accordo di programma per l’attuazione delle misure per il miglioramento dello stato qualitativo dei corpi idrici con impatti da fitofarmaci utilizzati in agricoltura in collaborazione con APPA, Fondazione Mach, Federazione dei Consorzi irrigui e di miglioramento fondiario e Consorzio di Tutela Vini del Trentino. Le azioni intraprese dai soggetti coinvolti sono numerose e spaziano in diversi ambiti, dall’innovazione dei metodi di monitoraggio dei corsi d’acqua, alle misure di adeguamento dei siti caricabotte al fine di prevenire ogni possibile contaminazione dei corsi d’acqua limitrofi, all’adozione di nuove strategie di informazione per la diffusione di buone pratiche agricole.
APOT si propone di svolgere attività di monitoraggio dei corsi d’acqua alla ricerca di principi attivi specifici e attività di controllo sui fitofarmaci utilizzati dagli associati, in particolare sulla molecola chlorpirifos ethil, il cui impiego è stato fortemente ridotto dal disciplinare di produzione adottato.
Si riporta di seguito uno specifico link che permette di consultare la classificazione dei corpi idrici superficiali 2014-2016, la delibera della Giunta provinciale n. 736 di data 12 maggio 2017 (misure per la tutela dell’ambiente acquatico, linee guida per la realizzazione ed adeguamento dei caricabotte, elenco dei caricabotte che dovranno essere adeguati) e la rappresentazione cartografica dei corpi idrici e dei bacini ad essi direttamente afferenti.
http://www.appa.provincia.tn.it/pianificazione/Piano_di_tutela/pagina21.html
Attività Sperimentali in collaborazione con FEM
Le molteplici attività di sperimentazione e consulenza tecnica commissionate alla Fondazione Edmund Mach sono definite in un apposito contratto. I nostri associati godono del prestigio dei servizi di consulenza tecnica erogata dal Centro di Trasferimento Tecnologico e del supporto scientifico curato dal Centro Ricerca ed Innovazione, ingredienti fondamentali che favoriscono la realizzazione di produzioni di altissima qualità e sicurezza.
Una costante divulgazione delle informazioni tecniche che raggiunga gli agricoltori associati su tutto il territorio è resa possibile da corsi di formazione, incontri in campagna, convegni, notiziari e messaggistiche.
Il programma dei servizi 2018 prevede le seguenti attività:
- Formazione e consulenza per adozione standard GlobalG.A.P. IFA e GRASP;
- Controlli produzione integrata;
- Formazione per rinnovo abilitazioni professionali;
- Controllo epoca di maturazione e supporto alla selezione ed alla conservazione;
- Controllo biologico della specie aliena invasiva HalyomorphaHalys (cimice asiatica);
- Biomonitoraggio attività dei pronubi;
- Estensione prodotti fitosanitari autorizzati per frutti di bosco;
- Studio tecniche di gestione della vegetazione spontanea del sottofilare;
- Monitoraggio scopazzi;
- Monitoraggio qualitativo corpi idrici presenti nelle aree frutticole;
- Influenza degli interventi agronomici e dei sistemi antibrina sulla rugginosità in fondovalle;
- Studio tecniche di difesa finalizzate alla riduzione dei residui e al mantenimento dei sistemi biologici dell’ecosistema;
- Studio tecniche di confusione sessuale e riduzione insetticidi;
- Gestione sostenibile degli afidi;
- Valutazione interventi di regolazione carica nei frutteti biologici;
- Studio tecniche agronomiche e sesti di impianto sempre più sostenibili;
- Ricerca portainnesti produttivi e resistenti ad alcune patologie;
- Drosophila suzuki, studio biologia e controllo biologico;
- Studio sistemi innovativi per la difesa fitosanitaria;
- Studio cause e rimedi patina bianca;
- Valutazione macchine agevolatrici della raccolta delle mele;
- Miglioramento tecniche di produzione nuove varietà.
Apple & Berry
Dalla necessità del mondo produttivo di innovare le varietà attualmente coltivate nasce il Consorzio Innovazione Frutta (CIF), centro di ricerca privato di APOT e FEM. Il progetto apple & berry, coordinato da CIF, si sviluppa nell’arco temporale di 5 anni e costituisce il fulcro applicativo dei programmi di miglioramento genetico di mele, fragola, ciliegia e mirtillo, nonché l’inserimento in un contesto internazionale di collaborazione con numerosi soggetti pubblici e privati.
Per il settore mela l’obiettivo è volto ad individuare varietà di qualità, che risultino al tempo stesso produttive e dotate di resistenza alla ticchiolatura. Sono inoltre oggetto di ricerca portinnesti dotati di resistenza o tolleranza multipla ad una serie di patogeni del terreno, quindi più adatti del classico M9 al reimpianto, nonché dotati di resistenza all’afide lanigero, al colpo di fuoco batterico e allo sviluppo di virosi latenti.
Per il settore del ciliegio l’obiettivo si focalizza sull’ individuazione di varietà con un periodo di raccolta differenziato e con elevate caratteristiche qualitative che si adattino alla coltivazione di montagna.
Per il settore della fragola risulta prioritaria la ricerca di nuove varietà con una maggiore quota di frutti di prima qualità, di elevate caratteristiche organolettiche e con una alta tolleranza ad alcune malattie (ad esempio l’oidio).
Per il settore del mirtillo l’obiettivo è volto a ricercare varietà in coltura suolo o fuorisuolo con elevata qualità e conservabilità, adatte alla coltivazione sia in Trentino che in Sicilia, allo scopo di aumentare la disponibilità di frutti di origine italiana.
Le attività di CIF sono piuttosto articolate, dai laboratori di biologia e genetica della FEM, attraverso l’attività vivaistica, la sperimentazione e la consulenza tecnica, fino ai magazzini delle cooperative dei produttori, primi beneficiari della novità di oggi che potranno rappresentare le varietà di domani.